Insieme

Crederai al destino quando sarai grande? Amerai sorprenderti davanti alle piccole gigantesche coincidenze tra le quali inciamperai oppure passerai oltre senza dare alcun peso a quel pensiero che ti racconterà di un destino al quale tutti siamo soggetti?
Alcune volte ho pensato di averla scampata grossa, essere arrivato su un burrone spaventoso e rimanere fermo senza alcuna possibilità di scelta. Chi mi ha tenuto sopra la terraferma? Chi ha stabilito che l’ultimo granello di terra sdrucciola che teneva ancorato il mio piede in bilico non doveva cedere? Quando ero piccolo e cadevo non facendomi niente, mia nonna diceva che c’aveva messo il cuscino la Madonna. Non è un modo come un altro per dire che in quel momento la nostra volontà di resistere, restare, vivere, non ha alcun potere, semplicemente non conta? 

Sta arrivando di nuovo Natale. Un Natale strano ma così solito e consueto nelle sue poche certezze. Tu hai chiesto a Babbo Natale di rendere possibile la settimana natalizia che trascorriamo sempre dai tuoi nonni. Dentro di te sai per certo che non sarà possibile, per lo meno per il momento. E sai che servirebbe un miracolo e l’unico che può realizzare i miracoli dentro il tuo mondo è proprio Babbo Natale. Eppure qualcosa di straordinario succede. Succede ogni giorno.  Succede, per dire, che Agata rimane a Roma per starci accanto, rinunciano a qualcosa che ha visto riproporsi e amare ognuno dei suoi anni effettivi e degli altri dieci che sostiene di avere. Succede che io mi ripeto le quattro cose che so e provo a organizzare i giorni di festa per far stare bene tutti e tre. Succede che probabilmente, senza che io, te o lei, sappiamo come, il destino ci accompagna verso una normalità che diventa nostra.

Dentro ogni tuo singolo respiro osservo in silenzio e di nascosto quanto stai crescendo. E un po’ mi spaventa saperti timida e introversa e mi consola vederti caparbia e a volte cocciuta fino allo sfinimento. I tuoi progressi nella ricerca del tuo io, mi sorprendono fino alle lacrime. Perché tuo padre è il tuo tifoso più sfegatato e vede un gol pazzesco in ogni pensiero sotteso sul filo tirato tra l’attimo in cui hai pensato vorrei e quello in cui è diventato faccio. 
A volte vorremmo che la vita fosse prevedibile. Prevedibile come l’aprirsi o il chiudersi della porta del bagno accanto, quando tu sei nell’altro e hai appena fatto una puzzetta; come lo scaldabagno spento quando sei già nudo e sotto la doccia; come Una poltrona per due la vigilia di Natale. 
Nel mio destino era scrittodovessi averti, era scritto che io e te dovessimo diventare padre e figlia, che avremmo dovuto affrontare le asperità davanti alle quali la vita ci avrebbe messo, a volte vincere, altre perdere miseramente, qualche volta soffrire, tante altre gioire, sempre e comunque insieme. E insieme mi pare la parte più potente del nostro destino comune. La parte più preziosa e luminosa, ciò che mi dà la dimensione esatta del significato dell’essere qui e adesso.

Buon Natale, amore mio.

Tre vite

Amore, 
Oggi è Natale, lo aspetti da almeno due mesi. Forse dallo scorso anno. È arrivato come tutte le cose; prima lontanissime, poi tra le mani. 
Stai per svegliarti, manca solo qualche minuto. Già ti vedo. Scalza, corri fino all’albero con gli occhi grandissimi di certezza e stupore, ti siedi sulle radici trasformate in regali per te e ridi, ridi con le braccia che afferrano uno dei pacchi per scuoterlo, ridi guardandomi a cercare un compagno con cui dividere la tua gioia. 

Sei tu. 
Così sicura che la notte abbia compiuto il suo miracolo, eppure sorpresa di assistere alla magia che si compie ancora. 
Il Natale sei tu. Piena di certezza e stupore, e gioia.
E sei così bella che io non so dirlo. 
Allora rido, rido anch’io. 
E potrei dire altro, tanto altro. Adesso, aspettando di sentire i tuoi passi, osservando la porta da cui ti vedrò uscire. Potrei dirti cose importanti, interessanti anche. Invece starò zitto fino a quando aprirai gli occhi su questo giorno, immaginandoti. 
Certo che al mio cuore mancherà un battito e alla mia gola un respiro vedendoti comparire. 
Stupito del fatto che al mio cuore mancherà un battito e alla mia gola un respiro, vedendoti comparire.
Certo della tua gioia, stupito ancora una volta di quanto la tua felicità possa essere potente, e perfetta, sempre nuova, capace di posarsi sulla mia pelle e proteggermi da ogni cosa. Ogni cosa.

Questa lettera sarà breve. Sta per finire.
Solo un istante per ricordarti di fare quella corsetta verso di me e saltarmi al collo quando avrai finito di scartare i tuoi regali, perché credo che oggi, solo oggi, potrei anche rischiare di perdere due battiti e due respiri, e sopravvivere. E sentirmi così bene. Così bene.
Mia piccola fortuna, mia certezza stupore e gioia, buon Natale. 

Gulliver

Probabilmente una scatola di Lego è il regalo che ho chiesto di più a Babbo Natale, seguito a ruota dal Meccano e da una quantità di giochi da tavola che non saprei elencare. Ci metto anche un aeroplano radiocomandato, una 4×4 con le ruote snodate, un costume dell’uomo ragno, dei walkie talkie con un raggio d’azione molto ampio, una pista Carrera con due giri della morte, 15 metri di ferrovia Lima e una locomotiva a vapore. Naturalmente non ho mai avuto nessuna delle cose elencate e nemmeno quelle che sono apparse nei desideri degli anni successivi: macchine fotografiche per lo più, biciclette da corsa, kit da disegno, dischi, tonnellate di libri, un ampio catalogo di oggetti di antiquariato o modernariato: dalle macchine da scrivere, agli orologi da tavolo degli anni 30, orologi da taschino marchiati URSS, lettere autografe di autori estinti, radiosveglie con i numeri a cartellino, rarità di vario genere e poi ancora Lego, in cima alla lista la Delorian e la Ecto-1.
Diresti tu che non ho mai ricevuto nessuno dei doni che avevo in mente perché non ho mai inviato veramente una lettera a Babbo Natale e io non saprei come darti torto.

Nella tua lettera di quest’anno, invece, hai chiesto l’armadio di Barbie con una collezione di vestiti da sera, Cenerentola e la sua carrozza, le costruzioni magnetiche, un kit professionale da disegno, quello che ai miei tempi si chiamava Gira la Moda e che oggi si chiama Fashion Design (segno dei tempi che passano). Non so, ho come il sospetto che Babbo Natale ti accontenterà su tutto. Perché hai avuto il coraggio di chiedere, diresti tu e io non saprei come darti torto.
Per Natale io invece mi sono regalato una ruga nuova. L’ho trovata qualche mattina fa guardandomi allo specchio. All’inizio ho pensato si trattasse del segno del cuscino sulla fronte. Mi sono lavato, ho fatto qualche smorfia alla mia faccia che mi guardava, poi sono andato a far colazione. Il mattino dopo ho ritrovato lo stesso segno, esattamente nello stesso posto e allora mi sono fermato a guardare meglio, avvicinandomi allo specchio. La mia faccia sembrava la faccia di un’altra persona vista da vicino. Ho lisciato i lembi della fronte, massaggiato l’epidermide, stirato e ricomposto la fronte. Niente, il segno era sempre lì e allora ho capito che non si trattava del cuscino ma del 2020 che sta per arrivare e che porta con sé i miei 40. Ho avuto un sussulto. Non credo di aver mai pensato al mio aspetto in questi termini ma ho provato una specie di paura. Sto invecchiando ho pensato, seguito da una parolaccia (sì, quella della canzone). Mi sono allora girato di scatto, cercando disperatamente tra le cose che Agata ha lasciato nel mio bagno qualcosa che potesse alleviarmi l’ansia. Ho trovato un barattolino di vetro con la scritta antiage e me ne sono spalmato un abbondante strato su tutta la faccia. Ho rifatto la stessa cosa il giorno dopo, mentre stamattina ho semplicemente deciso di non guardarmi allo specchio. 

Mi sto però chiedendo se adesso somigli di più a mio padre o a mio nonno, poi mi è venuto il dubbio che possano cadermi i capelli, venirmi il diabete, l’asma o l’osteoporosi. Alla fine mi è salita un’ansia così grande da venir voglia di ordinare su due piedi una sedia a rotelle o cercare una badante. Pensavo a tutte queste cose anche quando nel pomeriggio ho portato te e la tua amica al cinema a vedere Frozen II. Ero un po’ distratto da questi pensieri mentre voi due parlottavate di Anna, Elsa, Olaf e gli altri. E subito dopo aver parcheggiato, sono sceso dalla macchina, vi ho chiuse dentro e ho fatto finta di andar via. Voi avete cominciato a ridere, bussando ai finestrini e urlando “Aiuto! Aiuto” ma solo per finta. E mentre camminavamo verso il cinema vi ho chiesto “voi sapete cosa fa Elsa quando fa la cacca?” e non lo sapevate e io ho risposto “i Polaretti” e avete riso come matte. E poi ho sentito la tua amica dirti a bassa voce “tuo padre mi fa ridere sempre tanto, è proprio simpatico” e ho cercato e incontrato il tuo sguardo e ti ho vista fiera e solo allora, in quel preciso istante, ho capito che avevo appena ricevuto il mio regalo di Natale, uno di quelli che non ho mai chiesto e senza dubbio il più bello e unico di sempre. 

Sogna, ragazzo, sogna

Cara E,
abbiamo saputo che ultimamente ti stai chiedendo chi lasci davvero i regali nei cassettini del tuo calendario dell’avvento, perché qualcuno ha insinuato il dubbio. È una cosa triste. Sai, ogni volta che un bambino smette di credere in noi, non riusciamo più a entrare nella sua casa. Sappiamo che ti stai chiedendo perché veniamo a farti visita da così tanti anni nel periodo di Natale e perché, allo stesso tempo, non abbiamo mai visitato le case dei tuoi amici. Purtroppo non è una cosa che scegliamo noi. I bambini del mondo scelgono se aprirci i loro cuori, che sono le porte attraverso le quali troviamo la luce per muoverci al buio delle stanze, le chiavi grazie alle quali apriamo portoni, palazzi, fortini moderni. Tu hai scelto di credere, e questo ha creato la strada per arrivare fino al tuo calendario.
Chi c’è davvero dietro quel cioccolato, quelle caramelle, quei piccoli doni colorati che scopri ogni mattina al tuo risveglio è una domanda che solamente chi ha il cuore fermo può farsi. Cosa è vero? Cosa non lo è? Non fartelo mai spiegare da chi guarda il mondo solo attraverso gli occhi. Perché ha deliberatamente deciso di perdere una porzione di realtà che non sarà mai più in grado di afferrare.
Credi invece al tuo cuore e non dar retta a chi prova a condizionare i tuoi sogni. Il tuo cuore ha sempre ragione e tutte le favole, proprio tutte, sono vere. Sono vere finché tu le tieni in vita. 
Crescerai, stai già crescendo, diventerai presto una bambina matura, poi un’adolescente e poi una giovane donna. Le favole non ti abbandoneranno, cresceranno con te, trasformandosi con te. Un po’ alla volta si allontaneranno dalla fantasia diventando emozione, saranno una parte della tua essenza, la maniera in cui penserai e farai le cose di ogni giorno. 
Le tue favole di ieri e di oggi diventeranno reali; la forza di cui avrai bisogno, la sensibilità che ti servirà per voler bene, amare. Allora potrai smettere di credere, ma non sarà più importante. Perché la magia e la sorpresa ti avranno già resa una persona migliore. Troverai la tua lettura di ogni favola e ogni riga, ogni istante delle storie che avrai abitato diventerà metafora di bellezza, giustizia, coraggio. Simbolo del tuo saper vivere il mondo senza allontanarti dall’azzurro di tutte le cose possibili. Tu sarai dentro ogni fiaba, sarai il lupo e la principessa, la pianta di fagioli più alta che si sia mai vista, sarai un cane capace di volare e forse anche una fatina dispettosa, sarai tutti loro. 
Sarai capace di credere, saprai vedere una soluzione per tutte le cose, un rimedio per ogni tristezza, un piccolo miracolo dentro ogni gesto.
Saranno così tante e belle le cose che ti capiteranno da non riuscire più a distinguere quelle vere da quelle magiche. Ma cosa importa. Tutte le favole sono magiche. Tutte le favole sono possibili. Allora sono possibili anche le magie e se sono possibili sono vere. 
Non saranno le bacchette o le formule a farle capitare, sarai tu. Saranno le persone che il tuo cuore ha scelto, sarà tutta la fame d’incanto che stai nutrendo adesso e che non ti stancherai mai di alimentare.
Hai il diritto di continuare a crederci. E noi ti saremo sempre grati per averci ospitato e per continuare a farci vivere nel tuo cuore. Solo tu hai reso possibile tutto questo. Sogna più forte che puoi, chiudi gli occhi e resta in ascolto: li senti i nostri passetti felpati?

Ti vogliamo bene.
I tuoi amati Elfi